“Io stesso allora non dubitavo che in qualunque momento chiunque di noi, uomo, donna, bambino, forse anche il povero ronzino legato alla ruota del mulino, chiunque sapesse cosa era giusto. Tutte le creature vengono al mondo con dentro la memoria della giustizia“.
…assumersi la propria responsabilità
Ho imparato che anche quando si ha una giornata un po’ meno bella, bisogna trarre sempre qualcosa di positivo. Devo dire che oggi neanche me ne sono accorta che sia passata…un appuntamento dietro l’altro, neanche fossimo un negozio che fa la svendita!
Però ecco il lato positivo c’è, basta solo trovarlo: meglio una giornata piena come questa che non aver avuto alcun impegno.
Tra i numerosi clienti che sono passati stamane in studio vi è il caso di Matteo che mi ha chiesto consiglio per la gestione della sua azienda.
AMMINISTRARE È UN DOVERE!
In situazioni critiche come queste, è possibile che il futuro aziendale venga messo a repentaglio da alcune azioni errate.
Partiamo da una distinzione basilare che ho dovuto chiarire immediatamente sul ruolo di Matteo in azienda ovvero se questi fosse un amministratore di fatto o di diritto.
L’amministratore di fatto sostanzialmente incarna quella figura che svolge mansioni di gestore – dunque amministratore – della società pur rimanendo un ruolo non ufficiale. Essere amministratori di fatto significa non essere investiti formalmente del ruolo di amministratore societario pur esercitando le funzioni dell’amministratore di diritto.
Per chiarire meglio la questione potremmo dire che l’amministratore di fatto è rappresentato, nelle società di dimensioni ridotte o a conduzione familiare, dal socio di maggioranza.
Nelle srl invece la responsabilità degli amministratori si estende anche ai soci che hanno autorizzato decisioni che avrebbero provocato un danno alla società, agli stessi soci o a terzi.
DIRIGERE PER POTER ESSERE GUIDATI
Per chiarire meglio la modalità di individuazione di colui che esercita funzioni gestorie di una società, sono stati stabiliti alcuni elementi caratterizzanti:
- presenza di attività di gestione continuativa e non semplicemente occasionale;
- esistenza di funzioni specifiche riservate agli amministratori di diritto;
- assenza di un’adeguata nomina nell’assemblea societaria;
- presenza di un’autonomia decisionale rispetto chi esercita il ruolo di amministratore di diritto.
In caso emerga un caso di mala gestione, come detto in precedenza, ne potrebbe derivare un’azione di responsabilità.
È il caso ad esempio del mancato rispetto dei propri doveri imposti o dall’atto costitutivo o dalla legge delle procedure concorsuali.
Situazioni simili possono avere delle conseguenze spiacevoli!
La sentenza della Corte di Cassazione Civile n. 21567/2017 identifica l’amministratore di fatto pienamente assoggettabile all’azione di responsabilità, poiché egli ha ricoperto funzioni di gestione societaria in mancanza di una nomina formale.
Quindi ecco che anche se non ufficialmente nominati all’esecuzione del ruolo dirigenziale richiesto per permettere un’efficiente continuità aziendale, si diventa comunque centro del potere decisionale.
Facciamo attenzione a ciò che si fa…magari prima di eseguire una qualsiasi azione chiediamo una consulenza a una figura più esperta, giusto per prevenire l’insorgere di eventuali azioni di responsabilità verso i soci o gli amministratori.
È ora di mettere qualcosa in pancia, la cena è pronta!