Caro diario,
Ancora una volta mi trovo a scrivere di inventari … questa volta non ti parlerò di inventari fallimentari ma di un’altra specie, ovvero quelli redatti da un imprenditore al termine di un periodo d’imposta. Eccoti il mio caso.
Jenny è la proprietaria di un supermarket, da poco ha aperto la sua attività in periferia e mi ha chiesto se potevo aiutarla con alcune consulenze, in particolare mi ha chiesto informazioni circa la preparazione dell’inventario del punto vendita, se questo fosse obbligatorio a inizio attività e se c’erano delle regole e termini specifici da seguire o meno. Le ho spiegato che l’inventario è una componente molto importante, soprattutto per un locale operante nel settore alimentare come il suo. Esso permette di capire istantaneamente gli articoli disponibili, il saldo dei conti e gli eventuali debiti. Inoltre l’inventario è parte integrante del bilancio aziendale insieme ad altre altrettanti operazioni quali la situazione contabile, le scritture di assestamento, il saldo dei conti così come il bilancio finale utile.
A Jenny servivano in particolare informazioni circa la redazione della valutazione di tutte le rimanenze dei negozi, se ci fossero delle regole ben precise da seguire e dei termini entro il quale preparare questo documento. Le ho chiesto come mai mi stesse facendo questa domanda, visto che lei ha la sua attività da tempo. Mi ha confessato che il suo consulente ha sempre indicato questo dato in bilancio in base, per così dire, “all’utilità dei numeri”. Sono rimasta un po’ meravigliata, perché le ho spiegato che la redazione delle rimanenze è una componente rilevante che non va assolutamente dimenticata. Essa permette di effettuare una classificazione di tutti i prodotti finiti e delle merci, indicando sia quali sono i beni semilavorati che le diverse materie prime rimaste nel magazzino. Le scritture di assestamento non sono che il prodotto della valutazione di tali giacenze, che vengono accuratamente stimate.
E come si redige un inventario? Va fatto proprio un conteggio fisico al 31 dicembre.
Le ho chiesto: “vuol dire che tu non ha mai chiuso per effettuare proprio il conteggio?”
La valutazione dei prodotti rimanenti può essere fatta con vari metodi, ma l’importante è seguire costantemente lo stesso metodo nel corso degli anni. Questo non è un concetto legato solo agli adempimenti obbligatori previsti per legge, è un importante corretto comportamento di buona amministrazione. Il valore a volte dipende dal prezzo di vendita e da altre informazioni desunte dall’analisi di mercato (eventuali costi aggiuntivi relativi a imballaggio, asporto ecc): materie prime, beni semilavorati, lavori in corso su ordinazione, prodotti finiti, acconti.
Occorre essere minuziosi in questo lavoro, altrimenti si rischia di trovare errori e incongruenze nel bilancio.
E’ quindi assolutamente obbligatorio redigere questo tipo di inventari, sia civilmente che fiscalmente, al momento della conclusione del proprio esercizio, dopodiché questa azione va ripetuta ed eseguita secondo le normative stabilite in ciascuna fine annualità.
Ho dimenticato di scrivere la frase di oggi del mio calendario filosofico:
“Se non hai sbagliato, non è un gran problema. Ma se passi il resto della vita a pensarci, potrebbe diventarlo”.
Bellissima, direi….
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