“Un animo forte e tranquillo riduce i mali a metà”
Sto leggendo Plauto, considerato sia dai moderni che dagli antichi un “mago” della lingua latina.
Quelli di Plauto sono testi sopravvissuti alla selezione di tutte le epoche, considerati dei veri e propri capisaldi. Sono opere che hanno affascinato intere generazioni per le loro parole, considerevolmente attuali e pregne di significato, e per la perfezione geometrica della struttura, accompagnata da accorgimenti retorici. In Plauto c’è una notevole grandezza stilistica della lingua; egli trasmette rigore logico e senso del bello, e per questo sembra attuale.
Egli usa come base il linguaggio della buona conversazione quotidiana (sermo familiaris), adattandolo all’azione e alla singola scena. In quella che può sembrare una semplice commedia, volta ad intrattenere un vasto pubblico, è presente in realtà un’incredibile narrazione delle emozioni, dei pensieri di uomini e dei, di eventi giusti, ma, soprattutto, errati, da cui nasce l’equivoco e al contempo l’insegnamento.
In Anfitrione emerge dunque uno dei temi che ha da sempre hanno affascinato la letteratura: la duplicazione. Il topos del raddoppiarsi, che porta a varie tipologie e declinazioni, è stato da sempre presente nelle scienze umane.
Dalla religione alla filosofia, il doppio ha portato alla comprensione della realtà. Si tratta di un tema ricorrente nelle varie correnti letterarie a partire dall’epoca classica, anticipando le tematiche novecentesche, particolarmente legate al dubbio e all’indagine psicologica.
Ancora oggi rimane una tematica molto indagata e oggetto di spiegazioni da parte di autori della modernità – penso a scrittori come José Saramago o Stephen King.
Il tema del doppio attraversa tutti i tempi, poiché osservare il proprio essere da un diverso punto di vista rimane un sogno ricorrente e perenne nell’uomo.
Machiavelli afferma che la natura umana è immutabile: i medesimi vizi, le medesime passioni, le medesime virtù si riscontrano nell’uomo di allora e in quello di ogni tempo.
L’argomento della duplicazione mi viene in mente mentre leggo i quotidiani. Questi giorni sta emergendo una notizia che in molti considerano preoccupante.
Non si tratta dei numeri dell’emergenza sanitaria, quelli stanno passando in secondo piano. Basta osservare i post sui social e tutti i quotidiani, per accorgersi che ora tutti parlano di ripresa, di situazione economica e di fiscalità.
E salta all’occhio di molti la notizia che dal primo giugno pioveranno gli accertamenti fiscali. Tutti allarmatissimi e tutti a sostenere che non si può procedere ad accertamenti in questo momento di crisi, perché sarebbe la fine per molte attività.
Vediamo un attimo i numeri e poi io scrivo la mia umile opinione, sempre per lasciarla impressa in queste mie pagine di diario. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ruffini, è intervenuto in commissione finanze della Camera e ha comunicato che sono circa 8,5 milioni gli atti pronti a essere notificati nel corso del 2020.
L’Agenzia si deve infatti muovere dentro un perimetro normativo che obbliga la stessa a notificare entro i termini previsti, onde evitare la prescrizione. Va ricordato inoltre che vanno pagate nei termini le comunicazioni inviate ai contribuenti prima dell’inizio della sospensione, in quanto nulla è previsto in tal senso dai decreti (ad eccezione che per coloro che si trovano in zona rossa).
Ma vediamo i numeri degli atti messi in sospensione e pronti nei cassetti da spedire: 250 mila avvisi bonari, 300 mila lettere, 3 milioni di cartelle. Altri numeri: 8,5 milioni di atti dell’Agenzia delle Entrate e 4,4 milioni di cartelle della Riscossione.
E quanti sono i crediti a ruolo dell’Agenzia della Riscossione? Oltre mille miliardi di euro.
Ecco il tema della dualità. Alcuni sostengono la malvagità di un Governo che con una mano prende i contribuenti per i piedi per aiutarli e dall’altra li manda con la testa dentro le fauci del leone burocrazia.
Ma io mi domando però. Con chi è più malvagio il Governo?
Con chi ha sempre pagato regolarmente e ha correttamente fatto “le file alle Poste e all’ospedale” – come si suol dire- o con chi oggi vorrebbe non pagare tributi non versati da 5 anni a questa parte e invoca l’emergenza per evitare di mettersi di fronte allo specchio delle sue inadempienze?
Il tema del doppio. Ogni situazione può essere vista da punti di vista diversi.
C’è da chiedersi se è corretto il punto di vista di chi ha fatto il suo dovere e ha rispettato la legge o piuttosto quello di chi cerca di restare in piedi sulle spalle degli altri.
Angolature diverse dell’occhio. Entrambi rispettabilissime.
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