“Il saggio guarda a un incerto avvenire senza paura e senza speranza“.
…i segreti non detti
A volte ci si arrabbia se a casa ci viene nascosto qualcosa. O per proteggerci o per evitarci un dispiacere può succedere che una cosa non ci venga detta.
Un esempio futile potemmo dire quello che è capitato a mio figlio l’altro giorno e che ho scoperto solo
PER VIE TRAVERSE
Il primo anno di liceo rappresenta un periodo di passaggio dalle scuole medie a un metodo di studio e da un grado di responsabilità che diventano man mano più complessi.
Il Covid non ha certamente aiutato nella cosa…
Comunque sia ho scoperto che all’inizio dell’anno aveva preso un brutto voto agli scritti di matematica.
Probabilmente me l’ha tenuto nascosto per evitare la solita ramanzina di noi genitori! Per fortuna la sua insegnante – colei che ha spifferato tutto! – mi ha rassicurato dicendomi che era riuscito a recuperare quel voto all’orale.
UNA SCONCERTANTE VERITA’
Diverso invece è il caso di un film documentario che ho visto ieri sera e che mi ha lasciato piuttosto perplessa. Il film si intitola “The Brussels Business: Who runs the European Union?” e riguarda il processo decisionale delle più alte istituzioni europee.
La domanda che viene posta è:
chi esercita il potere all’interno dell’Unione Europea? Siamo sicuri di saperlo?
La risposta immediata che potremmo dare è: La Commissione, il Parlamento e il Consiglio europeo.
In realtà il documentario ci apre gli occhi su un lato a cui noi magari non facciamo molto caso…
il complesso mondo delle lobby – parola a cui noi attribuiamo istintivamente un significato negativo – che in realtà rappresentano una parte consistente nel processo decisionale.
Da subito infatti il film si apre spiegando che benché nella città di Bruxelles risiedano le principali istituzioni di decision making europee, in realtà sullo sfondo opera un’elevatissima percentuale di lobbisti, tra i più alti in Europa!
Per chi non conoscesse il termine le lobby non sono altro che gruppi organizzati di persone con una certa influenza a livello economico, capaci di influenzare o di far leva su determinati elementi per definire l’andamento di una data decisione politica, in questo caso quella in capo alle istituzioni europee.
In questo infatti vengono analizzati gli eventi dei primi anni ’90 dimostrando come il fenomeno lobbista, tipico del mondo statunitense, sia atterrato in Europa nella culla dell’Unione Europea.
I due narratori si contrappongono nella spiegazione mostrando
LE DUE FACCE DELLA MEDAGLIA
L’uno si dimostra allibito dall’incredibile scoperta, tanto che inizia a indagare sempre più a fondo nella questione, ponendosi in netto contrasto con il neonato lobbismo comunitario.
L’altro invece ne è estremamente attratto, tanto che decide di abbandonare il suo lavoro presso la Commissione europea per lanciare la sua carriera nel mondo lobbista.
Un’intrigante spiegazione sui retroscena che hanno interessato l’evolversi del processo di integrazione europea, lo svilupparsi di un mercato unico europeo e la realizzazione di reti sempre più fitte tra interessi pubblici e privati determinate dalle spinte dei più importanti imprenditori d’Europa.
Un documentario che fa riflettere molto su ciò che è stato e su come si sta muovendo l’Europa in questi momenti di grande difficoltà. Una strategia o un tentativo di tornare a vecchi modelli pre-democratici?
Sono questioni che ci lasciano perplessi!