MarzoMacerata, lì 31 marzo 2020

“Quando parliamo con gli altri, l’Energia Divina ci sente: ma ci ascolta anche quando restiamo silenziosi e immobili – e accettiamo la solitudine come una benedizione”.
(Il manoscritto ritrovato ad Accra)

La solitudine a volte sembra proprio un dono. Abituati a correre avanti e indietro, a fare un milione di cose contemporaneamente, ora ci ritroviamo invece davanti allo specchio di noi stessi.

Addirittura, considerata l’emergenza, non corriamo più nemmeno per fare la spesa. La consegna a domicilio ha ormai preso il sopravvento.

Molte imprese, quelle la cui attività consente ovviamente, si sono organizzate o si stanno organizzando per consegnare a domicilio.

In molti chiamano per sapere quali sono le procedure da seguire per iniziare a fare questo servizio.

La pratica della food delivery si è notevolmente sviluppata negli ultimi anni, soprattutto nelle grandi città ed è importante nella fase organizzativa decidere se affidarsi a una società terza oppure se organizzare il tutto al proprio interno dotandosi di un team addetto a questo scopo.

Essa ha il vantaggio di ordinare cibi e prodotti di vario genere, stando comodamente a casa o nel luogo di lavoro con una semplice telefonata.

La consegna a domicilio rappresenta inoltre un servizio aggiuntivo, che permette di distinguere la propria attività dalla concorrenza, cosa che permette di ampliare il margine della clientela.

L’emergenza Coronavirus ha ulteriormente modificato i nostri stili di vita andando ad amplificare ulteriormente questa tipologia di servizi oramai disponibile anche nelle piccole realtà, tanto che sempre più attività commerciali si sono adoperate attivando questo servizio. Non è solo il mondo del cibo a essere investito da questo cambiamento, quanto anche altre tipologie di attività – come le farmacie – che si sono dovute adeguare alla problematica del momento.

Per tutti coloro che intendono attivare la consegna a domicilio, soprattutto chi lavora nel settore alimentare, deve prestare assoluta attenzione al rispetto delle norme igienico-sanitarie, dotando i propri spazi di prodotti igienizzanti, assicurandone un loro continuo e scrupoloso utilizzo.
Tutto deve essere accuratamente chiuso in appositi contenitori o sacchetti e qualora vengano riposti in zaini termici, bisogna ripulire e igienizzare le superfici prima di poterle nuovamente utilizzare.

Ma come si fa ad avviare questo tipo di servizio da zero? Quali pratiche occorre fare per essere in regola?

Nel caso si intenda attivare l’attività della sola consegna a domicilio è necessario essere dotato di due elementi imprescindibili: la SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività) da richiedere al comune e la NIA (Notifica di Inizio Attività) sanitaria – quest’ultima obbligatoria per chi gestisce lo scambio di prodotti alimentari, da possedere sul mezzo destinato al trasporto di cibi.

La SCIA non sarà necessaria qualora la consegna rientri tra le attività secondarie, sia dunque aggiuntiva all’attività commerciale svolta tradizionalmente (ad es. un alimentari che ha già la sua attività avviata e che attiva come attività extra la consegna a domicilio). La SCIA è quindi obbligatoria solo se rappresenta l’attività principale.

Trattandosi invece di servizi che non producono o distribuiscono prodotti alimentari, ad esempio le farmacie, non sarà necessaria né la SCIA né la NIA sanitaria in quanto appunto non sono coinvolti né cibi né tantomeno è richiesto l’avviamento di una nuova attività.

In questo specifico momento di emergenza tuttavia non c’è necessità di fare pratiche specifiche per la consegna a domicilio, in quanto risulta essere l’unico modo (praticamente) per espletare un’attività commerciale.

Ho notato che molti in Italia non hanno compreso questo concetto e hanno chiuso le attività, senza invece organizzarsi nell’immediata per effettuare la vendita a distanza (modo che anche in emergenza è percorribile). Ho pensato tra me e me che un consiglio mal fornito ha creato molte problematiche (e perdita di fatturato) a tante attività.

Se vuoi sapere come far ripartire la tua attività in tempi di crisi manda un whatsapp al numero 379 1186047, una mia collaboratrice ti richiamerà spiegandoti la mia strategia e come lo studio della crisi e dell’insolvenza mi ha insegnato a curare le aziende.

Diario di:
una Dott. Comm.
Macerata:
31/03/2020
Hashtag:
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Le indicazioni che troverete in questo sito non possono essere considerate consulenze professionali, ma semplicemente la trattazione di una normativa o di un caso di studio specifico.

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