“Chi vuole apprendere deve iniziare osservando ciò che lo circonda”.
Mi rendo conto troppo spesso che tra il dire e il fare….c’è di mezzo un oceano! Vale anche per me, mi piacerebbe fare una determinata cosa, a volte vengo presa dall’energia del volere, senza rendermi conto che la situazione va valutata attentamente.
Ho incontrato Augusto stamattina. Vuole rilevare un’attività di produzione beni alimentari. Era entusiasta, perché secondo lui il prezzo di acquisto è molto vantaggioso. Senza nulla togliere a chi è esperto del suo settore, gli ho subito detto che la valutazione economica e finanziaria di un complesso aziendale è molto complicata e si utilizzano anche metodi che portano a risultati molto differenti tra loro. A quel punto giustamente mi ha domandato da cosa dipendesse. Innanzitutto vanno valutati i beni (il patrimonio) che ci vengono trasferiti. Quanto valgono nel mercato? Quanto sono obsoleti? E per questo è bravo l’imprenditore esperto del suo settore, anche magari confrontandosi con i fornitori dei macchinari.
Poi dobbiamo andare a vedere bene la situazione economica dell’azienda da rilevare di almeno gli ultimi 3 o (meglio ancora) 5 anni. In questo modo, gli ho spiegato, andiamo ad attualizzare il reddito medio prospettico: l’acquisto dell’azienda infatti viene considerato un mero investimento finanziario il cui valore dipende anche dal reddito che ha prodotto nel tempo e che quindi sarebbe in grado di produrre nel futuro. Per questo non si tiene conto di come verrà organizzata da chi la acquista (capacità manageriale, quote di mercato che potrà acquisire, qualità dei prodotti e tipo di clientela), perché quello sarà il valore aggiunto che potrà apportare chi acquista. Gli ho fatto un esempio: se l’azienda che andiamo a valutare produce un reddito medio annuo di 100 mila euro, potremmo acquistarla al massimo a 500 mila euro, presupponendo che un altro investimento ci avrebbe reso circa il 20%. Questo è il valore economico dell’azienda e a questo ovviamente si aggiunge quello patrimoniale, cioè il valore di mercato dei beni (immobilizzazioni materiali e immateriali) che ci verrà trasferito.
In tutto questo non si può però dimenticare altresì un valore intrinseco, che è quello dell’avviamento, che dipende da tutta una serie di fattori, tra cui ad esempio dove si trova l’azienda territorialmente, dal suo parco clienti, dalla sua storicità, dall’importanza del suo brand, ecc.
Dobbiamo poi sapere se ha dipendenti, perché nel caso di cessione di azienda, il cessionario (l’acquirente) ha l’obbligo di assorbirli, nonché a quanto ammonta il TFR da pagare.
Da ultimo, anche se non il meno importante, ho indicato ad Augusto l’importanza di andare a valutare i debiti verso chiunque: fornitori e banche in primis, ma ancora piu’ importanti sono quelli erariali, cioè nei confronti del fisco e degli enti previdenziali e assistenziali.
Ho preparato ad Augusto un serie di documenti da chiedere al consulente dell’imprenditore che ha intenzione di vendere e tra questi, cosa assolutamente importante, l’ho invitato a far richiedere subito il Durc (documento di regolarità contributiva), il certificato di regolarità fiscale all’Agenzia delle Entrate e infine una Centrale Rischi in Banca d’Italia.
Ho notato che Augusto si era un po’ avvilito, ma ho cercato di fargli comprendere che tutto questo serviva a tutelarlo sia da eventuali valutazioni affrettate dell’azienda da acquistare, sia da futuri rischi di copertura debiti a lui non attribuibili.
Augusto mi ha confessato che pensava fosse piu’ semplice, ma mi ha ringraziato per la mia prudenza. Gli ho spiegato che non doveva ringraziarmi, è il mio lavoro fatto con coscienza!
Qualche altro appuntamento durante la giornata, qualche chiamata, un pranzo con un’amica del liceo….ed è finita anche questa giornata!
Domani alle 10,00 ho un appuntamento importante. Lui è un imprenditore di successo, di una certa età, che mi aveva chiamato la scorsa settimana perché vorrebbe una consulenza da me. Si chiama Luigi, non è un mio cliente, in realtà per lui io sono stata la commercialista della controparte in una pratica. Si occupa di edilizia, è considerato un imprenditore di alto livello, furbo ma rispettoso. Sono un po’ pensierosa per questo incontro per vari motivi:
1) perché non chiede al suo commercialista? (tipica domanda che ci facciamo);
2) ma forse il suo commercialista non sarà tanto felice di sapere che lui ha chiesto a me!!;
3) e infine in realtà la curiosità mi mangia l’anima perché….ma perché chiede a me??
Cosa vorrà sapere?
Se vuoi sapere come far ripartire la tua attività in tempi di crisi manda un whatsapp al numero 379 1186047, una mia collaboratrice ti richiamerà spiegandoti la mia strategia e come lo studio della crisi e dell’insolvenza mi ha insegnato a curare le aziende.