“La paura insita nella pronuncia di un nome fa crescere la paura di ciò che esso rappresenta“.
…raggiunto il limite
Svegliatevi! È giunto il momento di reagire alla condizione di totale stasi.
Durante la pausa pranzo – forse uno dei rari momenti in cui riesco a prendermi qualche minuto per me – leggevo un interessante articolo su uno stato emozionale che in questi ultimi tempi è
DILAGATO A MACCHIA D’OLIO!
Vediamo un po’ che riesco a dare qualche indizio…. camminare in un vicolo al buio, sentire dei rumori sinistri in cantina cosa ci ricorda?
Eh sì, proprio lei…la paura.
Per molti è noto con il concetto inglese di “fight or flight” (combatti o fuggi), la reazione a una potenziale minaccia, che suscita in noi grande paura. Oltre a queste due risposte ce ne sarebbe una terza, ovvero la paralisi che ci sopraffà quando sopraggiunge un evento del tutto inaspettato che ci immobilizza completamente, rendendoci incapaci di muovere un muscolo.
LA PAURA PUO’ ESSERE RAGGELANTE
In situazioni particolari come questa ad esempio può capitare di essere raggiunti da un senso di incertezza e ambiguità che blocca in maniera sconcertante la nostra mente, blocco che gli esperti hanno definito “incertezza improduttiva”: una situazione che ci porta a pensare senza sfumature – o è bianco o è nero – impedendoci di vedere le possibilità disponibili e di ancorarci su una cosa e basta.
Questo porta a perderci completamente nella foresta dei ‘se’ e dei ‘ma’, e più cose prendiamo in considerazione più l’ansia cresce e più la foresta diventa intricata e insuperabile.
Tuttavia diventa imperativo, soprattutto ora che la situazione risulta molto critica, restare vigili e lucidi sul da farsi.
La drammaticità della circostanza in cui ci troviamo impone a coloro che ci guidano di prendere delle decisioni per la comunità, rimanendo razionali al fine di applicare dei provvedimenti che ci consentano di individuare le priorità e contenere i danni.
Anche se non siamo totalmente d’accordo con quanto è stato deciso (es. portare le mascherine, mantenere il distanziamento sociale, igienizzarsi continuamente ecc.) e con quanto verrà scelto per il bene della collettività, occorre pensare che si tratta comunque di scelte che prendono in esame le priorità, il male minore – o almeno lo spero vivamente!